[MOSTRA VIRTUALE]
Si è svolta venerdì sera (16 giugno), in Sala Dora Bassi, la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso “
Gorizia senza confini. Proposte di design ceramico nel segno di Andrea Parini”. Il concorso, promosso dall’Istituto per gli incontri culturali mitteleuropei (Icm), ha tratto ispirazione da un’opera di
Andrea Parini (Caltagirone, 1906 – Gorizia, 1975), oggi custodita dall’istituto goriziano. Si tratta di una coppia di colonne in maiolica realizzate nel 1968 dal Maestro siciliano, che rappresentano in modo figurativo e simbolico il territorio della Provincia di Gorizia rimasta all’Italia dopo il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947.
Nato a Caltagirone, la “capitale” della ceramica siciliana, annoverato tra i massimi ceramisti italiani del Novecento, Andrea Parini negli anni Cinquanta aprì uno studio a Nove (Bassano del Grappa), dove operò artisticamente e insegnò. La sua parabola umana e artistica si concluse a Gorizia, dove dal 1966 al 1975 diresse il locale istituto statale d’arte. Ed è proprio nel cimitero centrale di Gorizia che è sepolto, in una tomba progettata dall’amico Gio Ponti che vi lasciò questa epigrafe: «Maestro nell’arte sua alla quale dedicò la vita».
Alla luce del particolare significato dell’opera e del percorso umano-artistico-didattico di Parini, ICM ha promosso nei mesi scorsi un concorso rivolto agli allievi delle classi terze, quarte e quinte di tre scuole che rappresentano altrettante tappe della biografia e dell’eredità del grande artista siciliano: i licei artistici “Bonaventura Secusio” di Caltagirone, “Giuseppe De Fabris” di Nove e il “Max Fabiani” di Gorizia. A questi si è unito il liceo artistico “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore che, con la vicina Vietri, costituisce uno dei grandi poli italiani dell’artigianato e dell’arte ceramica.
Oggetto del concorso era, quindi, la creazione di bozze grafiche finalizzate alla realizzazione di oggetti ceramici nella prospettiva di GO! 2025, cogliendo lo spirito dell’opera di riferimento di Andrea Parini e aggiornando la rappresentazione del Goriziano in un’ottica transfrontaliera: da una parte per recuperare l’ideale unità millenaria, senza confini, della Contea di Gorizia, dall’altra per cogliere lo spirito europeo di GO! 2025 che, attraverso la cultura e il dialogo tra i popoli, riunisce questo territorio diviso dai drammatici eventi del Novecento.
Ed ecco i
premiati, selezionati da una giuria presieduta dall’esperto di ceramiche
Nadir Stringa. Al
primo posto si è classificata Elisabeth Bressan, della classe 4
aD del “Giuseppe Fabris” di Nove, grazie al progetto “Piatti condivisi”. Si trattata della proposta di un set di piatti che, così ha motivato la commissione, «si distingue per immediatezza e sintesi, facendo propria la missione del design: funzionalità e facilità di riproduzione. È stata apprezzata l’attenta ricerca simbolica legata alla storia di Gorizia e conclusa con un incisivo messaggio di condivisione e superamento dei confini, attraverso la compenetrazione di popoli e culture e l’atto reciproco della convivialità».
Al
secondo posto, invece, gli studenti Asia Milazzo, Manuela Patti e Flavia Terranova della 5
aBA del “Bonaventura Secusio” di Caltagirone per una proposta scultorea – “Totem/Scultura” – «frutto di approfondito e molteplice studio: concettuale, artistico, tecnico e dei processi produttivi descritti nel dettaglio. Forte e armonioso l’impatto d’insieme, la capacità di fondere formalmente, con la maestria del disegno e dei colori, molteplici simboli tratti dalla storia e dal paesaggio del Goriziano, sapendoli collegare in modo denso e significativo».
Due progetti, infine, si sono aggiudicati
ex aequo il terzo premio: uno, elaborato da Alessia Blasizza, Gabriel Caucig, Luca Lovisutti, della 3
aA del “Max Fabiani” di Gorizia, mentre l’altro è stato sviluppato da Fatima Immacolata Moscariello, Raffaele Pignataro, Massimo Pulcrano, della 5
aGI Liceo Artistico “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore. Il primo, “Rullino ceramico”, costituisce «un’intuizione contemporanea che intercetta un’evoluzione incompiuta del lavoro del Parini, suggerita dallo stesso artista: la fotografia applicata sulla ceramica. L’originale risultato in forma di rullino evoca lo svolgersi di una storia di confine, catturandone un fotogramma simbolico in un luogo della memoria e della storia. Un’idea pop immediata, replicabile e, insieme, profonda». E il secondo, “Il vaso di Gorizia”, è stato apprezzato per aver «rivisto e aggiornato lo spirito e lo stile di Andrea Parini con influssi contemporanei iconici. Una reinterpretazione dell’opera dell’artista siciliano, che accoglie stimoli frammentati delle influenze goriziane e colori legati a questo territorio, amalgamandoli con vivo dinamismo, preziosa armonia cromatica e, soprattutto, con espressiva gestualità e matura sicurezza di segno».
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, a cominciare dal vicepresidente di Icm
Nicolò Fornasir: «Andrea Parini, con il suo spirito e la sua arte, non poteva immaginare nel 1968 che un giorno la sua magnifica opera, che celebrava la bellezza del Goriziano rimasto in Italia, sarebbe diventata così attuale e simbolica. Grazie ai giovani artisti in erba, che potremmo riconoscere oggi come suoi eredi, in quanto protagonisti di questo evento che collega i tre luoghi in cui Parini visse ed espresse la sua arte: Caltagirone, Nove e Gorizia, con Salerno e Vietri sul Mare a fare da splendida cornice».
Per il segretario generale di Icm,
Daniele Tibaldi, la sfida principale è stata quella di «illustrare agli studenti, goriziani e no, il territorio ideale di riferimento del concorso. Non c’è nessuna mappa ufficiale che rappresenti oggi il Goriziano storico, nella sua realtà transfrontaliera. Compito dell’Istituto è stato quindi quello di circoscrivere in maniera chiara un’area che comprendesse tutte le località che hanno avuto un legame effettivo con Gorizia negli ultimi secoli, da Aquileia e Cervignano, ancora oggi parte dell’Arcidiocesi di Gorizia, all’attuale Goriška, oltre confine, per includere così l’intero bacino idrico dell’Isonzo. Questo è stato il punto di partenza necessario per aiutare i ragazzi a svolgere, con il fondamentale supporto dei docenti, la successiva ricerca di simboli e icone che rappresentassero il territorio e la sua cultura».
A illustrare il più ampio progetto in cui si inserisce l’iniziativa, “Humus. Genius. Nexŭs. Dalla ceramica di Andrea Parini all’artigianato 4.0: un laboratorio tra Mitteluropa, Balcani e Mediterraneo”, è stato il direttore artistico del progetto, il pordenonese
Romeo Pignat: «Questo è solo uno dei punti di partenza. Il progetto si sta sviluppando nel territorio attraverso un percorso intrapreso con la rivista online Kadmos e finalizzato allo sviluppo del genius loci delle quattro principali aree della nostra regione. Partendo dalle materie prime, come la pietra o il legno, e dalla creatività degli artigiani locali, vogliamo valorizzare realtà mettendole in collegamento tra loro affinché possa svilupparsi qualcosa di nuovo: il Nexŭs. Per questo in autunno realizzeremo un meeting focalizzato sui tre numeri speciali di Kadmos dedicati, il primo, alla pietra carsica e al legno, il secondo, al mosaico e al metallo, e il terzo proprio alla ceramica e alla figura di Parini».
Il presidente della giuria
Nadir Stringa ha infine dato lettura a una propria
lettera a sostegno della proposta di Icm di organizzare un evento per Go! 2025 avente per oggetto proprio la ceramica. Proposta che vorrebbe l’allestimento di una mostra, centrata sull’opera del Parini, che veda i lavori, premiati e segnalati, del concorso “Gorizia senza confini”, realizzati in ceramica. In rappresentanza dell’amministrazione comunale c’era l’assessore di Gorizia alla Tutela delle identità linguistiche Maurizio Negro, che ha portato i saluti del sindaco Rodolfo Ziberna.
Tra i presenti, in collegamento via Zoom, oltre alle classi delle scuole coinvolte e ai loro docenti, c’era anche
Jacopo Parini, figlio del maestro calatino, che ha seguito con profonda emozione la cerimonia da Milano.
Al termine della cerimonia il pubblico, dopo aver ammirato le colonne del Parini eccezionalmente esposte in sala per il vernissage, si è recato in via Garibaldi per assistere all’inaugurazione della mostra delle opere prodotte nell’ambito del concorso. La mostra potrà essere ammirata dalle vetrine della sede comunale fino alla fine di giugno. Non solo. Da oggi fino ad almeno il 2025 rimarrà comunque accessibile, nella sua versione virtuale, sul sito
www.kadmos.info. L’inziativa è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Gorizia, con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Cna di Salerno.