di Vanni Feresin
Direttore di Kadmos.info
Prima di ricevere il "Premio Città di Gorizia" volle prendere la parola per significare e dare sostanza al premio che stava per ricevere e disse una cosa semplice: «Questo riconoscimento lo dedico alla mia amatissima Gorizia che si è lasciata studiare».
La stessa Gorizia che il professore aveva conosciuto, studiato e narrato con competenza (non amava la parola passione perché secondo il suo pensiero anche chi non sapeva niente poteva essere trasportato da una grande passione) è stata al centro delle sue ricerche per oltre 60 anni: amava ricordare che aveva memoria di ben 8 vescovi, infatti si ricordava di aver visto ad appena 3 anni il principe arcivescovo Sedej ancora vivo e dopo pochi mesi defunto.
Si esprimeva spesso nelle lingue del cuore e prima fra tutte il friulano ma quello sonziaco del quale aveva una conoscenza enciclopedica dando spiegazioni semplici ed efficaci della derivazione diretta della marilenga dal latino. Ricordo ancora il 28 gennaio 2025 quando al termine dell'ultima intervista che mi concesse sorridendo mi disse: «Cumo' avonda che deriva direttamente dal latino abundat!». Era stato testimone di eventi epocali della storia locale, non ultimo la ferocia del fascismo, la guerra, il confine, la rinascita della città e dei suoi rapporti con gli amici sloveni, e non ultima la storica visita di Giuseppe Ungaretti a Gorizia il 21 maggio 1966 quando fu attento accompagnatore del grande poeta sui luoghi della Grande Guerra. Il professore è stato una figura monumentale, dall'aspetto ieratico ma al contempo bonario, amava la precisione, la profondità e i ragionamenti non scontati: sempre con sagace ironia lanciava stoccate affinché chi di dovere capisse che le potenzialità culturali di Gorizia non potevano ridursi alla pura consumazione di eventi.
Ricordava sempre con grande puntualità che a Gorizia non c'erano tante culture ma c'era una sola cultura che si esprimeva con una varietà di lingue e quando lo diceva il volto gli si illuminava, era come se questo tesoro prendesse vita attraverso la sua voce. Quando molti anni fa un sondaggio espresse la volontà dei goriziani che lo avrebbe gradito come Sindaco fu per il professore un momento di grande gioia, perché Gorizia si riconosceva pienamente nella sua vita, lo vedeva come un punto fermo della cultura e della storia del territorio. Sergio Tavano era nato a Gorizia il 13 marzo 1928, laurea in Lettere Classiche all’Università di Trieste dove vi lavorò per 40 anni, dapprima come assistente volontario e poi come docente dal 1973 di Storia dell’arte bizantina, Archeologia cristiana e Storia dell’arte paleocristiana e alto medioevale. Ha condotto per decenni, dapprima come assistente dell'eminente professor Mario Mirabella Roberti, ricerche e studi su Aquileia, Grado, Cividale, Trieste, Parenzo, Pola, Venezia, San Canzian d’Isonzo, allargando però l’o-rizzonte verso il Mediterraneo orientale e specialmente su Costantinopoli, l’attuale Istanbul.
Sempre presente come relatore a congressi internazionali di studio, ha concorso allo sviluppo delle «Settimane di studio Aquileiesi», ha tenuto conferenze in Regione, nelle maggiori città italiane, oltre che in Istria e Dalmazia. Si è adoperato direttamente alla fondazione della sezione italiana di «Italia Nostra», degli «Incontri Culturali Mitteleuropei», dell’«Istituto di Storia Sociale e Religiosa», di quest’ultimo è stato anche presidente, è stato tra l’altro Presidente del Centro Studi «Sen. A. Rizzatti», Deputato Emerito della Deputazione di Storia Venezia Giulia, socio dell’Accademia delle Scienze e Arti di Udine, della Deputazione di Storia per la Dalmazia di Roma, della Società di Minerva di Trieste e unico membro italiano della Slovenska akademia znanosti in umetnosti di Lubiana. Ha fatto parte dei comitati di redazione di vari periodi tra cui le «Memorie Storiche Forogiuliensi», «Studi goriziani», «Quaderni giuliani di storia», «Ce fastu?», «Acta Historiae Artis Slovenica», «Borc san Roc».
La sua bibliografia generale supera le mille unità toccando fenomeni e problemi di interesse storico, culturale e artistico, indagati nei territori compresi tra l’Adriatico e l’Europa centrale, ma anche in Dalmazia, in Grecia, in Asia Minore.Tra le opere dalla consistenza monumentale si annoverano Aquieia cristiana (1972), L’immagine di Gorizia (1974), Le cattedre di Grado (1975), Il Castello di Gorizia (1978), Storia dell’arte nel Friuli Venezia Giulia (1984), Aquileia e Grado (1986), I monumenti fra Aquileia e Gorizia (1988), Romani e Longobardi (1990), Il Tempietto longobardo di Cividale (1990), Gorizia e il mondo di ieri (1991), Aquileia e Gorizia: un tesoro in comune (1993), Medioevo goriziano (1994), Gorizia e la sua Contea (2001), Il Duomo di Gorizia (2002), nel 2007 ha curato la traduzione dell’opera Das Dom von Aquileia nel centenario della redazione. Giornalista pubblicista per tre 50 anni ha collaborato per decenni con tutte le maggiori testate giornaliste regionali e nazionali.
È stato insignito di numerosi titoli onorifici civili e pontifici: Commendatore dell’Ordine di San Silvestro Papa per volontà di papa Giovanni Paolo II (1985), Premio San Rocco (1989), Premio SOMS alla Carriera (2006), Premio Santi Ilario e Taziano Città di Gorizia (2007) e Commendatore al merito della Repubblica.
A casa del professore si veniva sempre accolti con il sorriso, un luogo signorile d'altri tempi nel quali si respirava Gorizia, attorniati dall'arte e dagli artisti più significativi del territorio, un luogo dell'anima e come amava dire lo stesso Tavano: «Nobile ed elegante veramente goriziano!».
Grazie professore per la sua testimonianza di vita.