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Conclusa la due giorni di approfondimenti su Michelstaedter, Marin e Pasolini
Il concerto di Letizia Michielon ha chiuso l'edizione 2022 degli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia. Alla due giorni hanno partecipato studiosi da più Paesi dell'Europa Centro-orientale e del Mediterraneo
Si è aperto venerdì mattina il 57° Incontro Culturale Mitteleuropeo, intitolato quest’anno “Canti dell’infinito”. La prima giornata dell’evento, tenutosi nel Salone d’onore “Carlo X” del Grand Hotel Entourage di Gorizia, ha visto il coinvolgimento degli studenti dei licei classici cittadini “Dante Alighieri” e “Gregorčič-Trubar”. “Filosofia, religiosità e poesia in Carlo Michelstaedter, Biagio Marin e Pier Paolo Pasolini” è stato il tema della due giorni, conclusasi sabato 26 novembre.
I saluti istituzionali hanno avviato l’edizione 2022 del convegno di ICM, con l’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Oreti che ha rimarcato quanto Gorizia sia centrale oggigiorno nei progetti regionali, in vista della Capitale europea della cultura 2025 (che ha sostenuto l'intero progetto di ICM). Auguri di buon lavoro espressi anche dal prefetto Raffaele Ricciardi, mentre la prolusione è stata affidata a Stella Marega,filosofa e politologa dell’Università di Trieste. La studiosa ha presentato i contenuti del più ampio progetto che ha portato alla realizzazione del convegno, partendo dal concetto di “infinito” come nozione cruciale della cultura occidentale e dalla categoria della “poesia” come forma più alta del linguaggio e espressione più pura della verità. È Gorizia, nella sua dimensione mitteleuropea, la cornice dell’intera prolusione, “città oggettivata poesia”, nella citazione di Biagio Marin - che introdusse a sua volta il primo Incontro ICM nel 1966 – e territorio sul quale si intreccia la vicenda storica e biografica dei tre grandi autori. Si incrociano infatti a Gorizia, in quello Staatsgymnasium che ha formato un’intera generazione di intellettuali mitteleuropei, i giovanissimi Carlo Michelstaedter e Biagio Marin; sarà molto più tardi Pier Paolo Pasolini a “scoprire” il poeta gradese e a consacrarlo fra i grandi della letteratura del Novecento. Dopo aver illustrato la grande varietà di implicazioni sottese alle tematiche proposte, la prolusione ha inteso infine suggerire delle prospettive ermeneutiche per le due giornate di studio, all’insegna del multilinguismo, della multidisciplinarietà, e dell’universalità del valore della cultura.
La seconda parte della mattinata ha visto la tavola rotonda presieduta da Suzana Glavaš – poetessa, traduttrice e docente all’Università di Napoli “L’Orientale” – e aperta da Győző Szabó dell’Università "Eötvös Loránd" di Budapest. L’accademico, già direttore dell’Accademia d’Ungheria a Roma, ha ripercorso la fortuna di Pasolini nel proprio Paese natale, sia per il cinema che per la letteratura. Una scoperta, quella dell’autore di Casarsa, arrivata tardiva al grande pubblico magiaro, in un momento in cui l’Ungheria si avviava ormai verso l’uscita dal blocco comunista. Il professore ha quindi messo in contrapposizione il suono dei versi in marilenghe con la loro traduzione in ungherese.
La germanista Marina Bressan ha invece raccontato la propria esperienza nel tradurre le opere del poeta gradese in tedesco, con tutte le complessità nate per adattare lo stile e il registro linguistico. In collegamento da Israele, è quindi intervenuto il poeta Ariel Viterbo con “Beqarqait Haiam. Michelstaedter in ebraico”. L’autore goriziano è praticamente sconosciuto nella democrazia mediorientale. Da qui, l’idea di tradurre in ebraico la sua poesia “A Senia, I”, auspicando un suo maggiore studio per la differenza che presenta rispetto a molti altri autori ebrei. Per quello mitteleuropeo, infatti, l’infinito corrisponde al mare, mentre tradizionalmente l’ebraismo lo identifica con il deserto, simbolo del cammino di Mosé e del Popolo eletto.
A chiudere la mattinata è stato Donato Laborante: poeta, attore, operatore culturale, cantastorie di Altamura, in Puglia, che ha tradotto Pasolini nel proprio dialetto. Partendo dal concetto di “annuslèje” - vocabolo che significa guardare, vedere, sentire e ascoltare -, l’ospite ha evidenziato le connessioni tra natura e intimo umano, rilette alla luce proprio del poeta friulano. Ha quindi recitato “Supplica a mia madre”, poesia pasoliniana, e “A Senia, IV” di Michelstaedter entrambe tradotte in lucano, raccontando anche alcuni aneddoti di quando il regista arrivò a Matera per girare il film “Il Vangelo secondo Matteo”.
Il convegno è proseguito nel pomeriggio, con la seconda sessione presieduta dal fisico Andrea Vacchi, docente dell’Università di Udine e ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. «L’infinito – le parole di Vacchi – per noi, astrofisici e fisici, ha a che vedere con i limiti e con le origini, oltre a essere il concetto che unisce l’aspetto filosofico, religioso, poetico e puramente scientifico». Dopodiché è intervenuto – costretto a collegarsi dalla Francia a causa della positività al covid – il filosofo goriziano della musica Alessandro Arbo, che attualmente insegna all’Università di Straburgo. La sua relazione ha evidenziato la passione che legava Michelstaedter e Marin a Ludwig van Beethoven. Nel 1909 Michelstaedter scriveva di aver conosciuto Cristo e Beethoven e che «le altre cose mi son impallidite», seguendo un po’ la parafrasi della visione tragica che devia da Nietzsche alla luce dell’esempio cristiano, innestandosi nella Nona sinfonia di Beethoven. Marin, invece, scriveva negli anni Settanta a Edda Serra di «voler abitare quella battuta musicale», in riferimento allo scambio di battute che ebbe a Vienna con Ervino Pocar in riferimento alla Quinta sinfonia.
Da Strasburgo ci si è poi spostati in Albania, da dove si è collegata Admira Brahja, docente di italiano all’Università di Scutari, per illustrare il difficile lavoro della traduzione di Pasolini poeta. Lavoro che spesso richiede la rinuncia a una traduzione strettamente letterale al fine di preservare le sensazioni e i concetti suscitati dalle sue parole.A seguire è intervenuto il giornalista sloveno Miha Kosovel, esperto di Michelstaedter che ha quindi analizzato il filosofo goriziano soffermandosi sulla critica del linguaggio. Le relazioni successive sono state dello scrittore Pierfranco Bruni – antropologo ed esperto di estetica della letteratura – la cui disamina ha posto il focus sulla metafisica della Passione di Cristo nei versi di Pasolini, e di Emilio Filieri – docente di Letteratura italiana dell’Università di Bari – sulla verità dell’esistenza in Michelstaedter.
La terza sessione, inaugurata la mattina di sabato 26 e presieduta dalla filosofa Elena Guerra, ha visto la partecipazione di Giuliana Parotto, professoressa di storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Trieste. L’accademica ha aperto la giornata con un primo intervento sulla sacralità del corpo nella visione di Pier Paolo Pasolini sottoponendo a un’attenta disamina quello che fu lo sguardo profetico del poeta su avvenimenti della realtà odierna, tanto dal punto di vista politico – riguardo l’omologazione culturale e il consumismo sfrenato – quanto esistenziale – quando l’essere umano non riesce a esprimere se stesso, a causa di un linguaggio che non lo rappresenta più.
È seguito l’intervento del violinista e direttore d’orchestra Carlo Grandi, che ha svelato il Pasolini musicista e il ruolo fondamentale che la musica – e in particolare l’immensa ammirazione del poeta verso le composizioni di Bach – ebbe nella produzione letteraria dell’autore. Hanno continuato la docente di lingua croata e serba Suzana Glavaš assieme a Luca Signorini, violoncellista e insegnante al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, presentando i loro interventi su “Carlo Michelstaedter: la bellezza, l’amore e la ragione di vivere” e “Pier Paolo Pasolini, le ceneri di Gramsci: scrivere è un seppellire. La sera, alba della vita”. Per rendere omaggio ai due autori, hanno deciso di leggerne dei versi, in lingua italiana e croata: la composizione pasoliniana “Supplica a Mia madre” e due poesie di Michelstaedter “A Senia n˚1” e “All’Isonzo”.
Successivamente è stata trasmessa la video-intervista all’artista Gianni Maran, le cui parole hanno ricordato la bellezza della poesia dialettale gradese di Biagio Marin, figura fondamentale anche se spesso dimenticata della poesia del XX secolo, che l’artista – anche lui originario dell’Isola del Sole – ebbe l’opportunità di conoscere personalmente. A chiudere la sessione di incontri sono stati i versi della poetessa Glavaš, che, accompagnata dal violino di Luca Signorini, ha recitato la sua composizione “Increspature marine, piccoli suoni sottratti alle onde”.
La conclusione dei due giorni di incontri ha avuto luogo nell’elegante cornice di Palazzo Lantieri, nel cui Salone degli specchi Letizia Michielon – pianista, compositrice e filosofa veneziana – ha magistralmente interpretato al pianoforte quattro sonate di Beethoven. Ad anticipare il concerto per musica da camera è stata l’introduzione di Arbo, che ha dipinto una descrizione delle sonate come una serie di contrasti, silenzi e abbandoni che diventano con Beethoven opera musicale, in un sublime lirismo: “le note sono un invito ad affrontare l’assenza e la distanza, facendo leva su valori quali amicizia e solidarietà, in un bellissimo insegnamento mitteleuropeo”. Ed è sulle note del compositore tedesco, in seguito ai ringraziamenti finali, che ICM ha chiuso i suoi “Canti dell’infinito”.
L'intero ciclo di incontri è stato realizzato con il fondamentale sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, oltre che con il patrocinio dei comuni di Gorizia e Nova Gorica.
Il 57° Incontro Culturale Mitteleuropeo sarà dedicato a Michelstaedter, Marin e Pasolini. Una ventina di studiosi a Gorizia per promuovere la conoscenza dei tre grandi autori della nostra regione
Locandina e invito alla presentazione del libro "Pier Paolo Pasolini secondo Bellina", che si terrà nel Centro civico di Cervignano del Friuli alle 18 di venerdì 14 aprile. Oltre all'autore, Gianni Bellinetti, interverranno Stella Marega, consulente scientifica di ICM, il poeta friulano Laurino Giovanni Nardin, lo scrittore Luca Bidoli, il presidente di Glesie furlane don Romano Michelotti e il presidente di Cervignano Nostra Michele Tomaselli.
Locandina del concerto di chiusura del Convegno di ICM "Canti dell'infinito. Filosofia, religiosità e poesia in Carlo Michelstaedter, Biagio Marin e Pier Paolo Pasolini"
Locandina del concerto che si terrà a Gorizia (Grand Hotel Entourage) alle 18.00 di domenica 16 ottobre 2022. L'evento, organizzato in collaborazione con ICM, rientra nel progetto "Canti dell'Infinito. Filosofia, religiosità e poesia in Carlo Michelstaedter, Biagio Marin e Pier Paolo Pasolini" e rappresenta una delle tappe del Fadiesis Accordion Festival 2022.
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